Dizionario garfagnino

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ZEZZORÓN

s.m.

Con questo sost. si indica un vino prodotto in Garfagnana, specie quello di un tempo, brusco ed acerbo, che ai garfagnini piaceva, ma che non poteva esser commercializzato in quanto non raggiungeva il minimo dei gradi previsti dalla legge; si tratta del vino che, in altri luoghi della valle è detto striscin (ved. supra). Con simpatica iperbole – che si ritrova nella poesia di Santini Lo zezzoron, 19 – volta a sottolineare l’asprezza di tale bevanda veniva detto che, per bere un bicchiere di questo vino, bisognava essere in tre persone: chi lo beveva ed altre due che tenevano fermo il primo per impedirgli di fare salti, schizzi sulla sedia o di compiere altri gesti involontari ed inconsulti. Simpatica è anche la storiella che si racconta, a proposito di questo vino, nel paese di Sassi, in comune di Molazzana, e relativa alla volta in cui giunse in paese il Vescovo in visita pastorale. Dopo le sacre funzioni, era stato organizzato un gran pranzo durante il quale il Presidente del Comitato di accoglienza aveva avuto modo di notare come l’illustre ospite mangiasse a quattro palmenti le buone cose preparate dalle donne del borgo, ma bevesse solo acqua; si decise così a chiedere al Vescovo come mai non bevesse vino, dicendogli (per fargli notare come si trattasse di un vino genuino, fatto dai paesani e non adulterato con strane sostanze): “Guardi, Eccellenza, che è vino di Sassi!”. Al che il presule, giocando sull’equivoco, avrebbe risposto: “Lo ho assaggiato e devo dire che, se è di sassi, è anche buono, ma se per caso fosse d’uva, sarebbe bene che le viti venissero tagliate al calcio!”. Allo zezzoron dedica, come dettosi, una poesia dallo stesso titolo il Santini facendosi interprete delle doglianze dei contadini della Garfagnana che si sentirono particolarmente ed ingiustamente colpiti quando vennero obbligati a pagare al Comune sul loro povero vino, la stessa imposta cui erano sottoposti i vini più pregiati: il poeta, raccogliendo il lamento della popolazione e descrivendo senza infingimenti le non eccelse qualità dello zezzoron, redige un immaginario esposto al Ministro dell’Agricoltura in termini piuttosto energici, pur rimanendo nel solco della deferenza e del rispetto.