Dizionario garfagnino

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VÈRDO

agg. e s.m.

Verde, il colore delle foglie e dell’erba ed anche – specie parlando di piante o foglie – con il significato di ‘vivo, sano, fresco’. Ma questa è anche l’accezione italiana della parola (con natura di agg.; in garfagnino il vocabolo, impiegato come sost, ha un suo particolare e curioso significato alludendo ad una forma di gioco, di sfida tra amici, ma soprattutto tra innamorati, dichiaratisi o meno, che aveva luogo nel periodo della Quaresima. Quando uno di questi incontrava l’altro (ma comunque in qualsiasi momento, anche nel corso di una conversazione già iniziata o di un incontro già avvenuto) poteva chiamarlo per nome e chiedere: Il mi’verdo?. In questo caso l’interrogato non doveva rispondere nulla, ma mostrare all’interrogante un ramoscello, in genere di bosso, verde (da cui il nome del gioco), che doveva sempre avere con sé, pagando pegno nel caso rispondesse a voce o non mostrasse il ramoscello. Solo dopo aver fatto vedere all’altro che aveva il verdo,poteva proseguire nella conversazione. Una variante del gioco prevedeva che, alla domanda, l’interrogato potesse semplicemente replicare: Ce l’ho oppure ce l’ho e nun lo perdo; a seguito di una simile rispostal’interrogante poteva ritenersi appagato (ed allora questa fase del gioco finiva lì) oppure domandare di controllare la veridicità della replica avuta. A questo punto colui che aveva affermato di aver con sé il verdo doveva mostrarlo: se lo aveva effettivamente, vinceva ed era l’interrogante dubbioso a dover pagar pegno, mentre, se non lo aveva, la penitenza gravava su di lui (e non di rado i partecipanti al gioco, per non correre il rischio di farsi trovare senza il prezioso rametto, in caso di incontro fortuito o di improvvisa domanda da parte dell’amico/a o della persona oggetto dei propri desideri, tenevano in bocca un piccolo ramoscello di bosso da mostrare all’occorrenza). Il pegno poteva consistere nel donare un uovo, un dolcetto, ma anche nel compiere una qualche manifestazione d’affetto, tipo una carezza, un bacio e poteva venir pagato ogni volta ovvero a scadenze prefissate, dopo aver fatto i conti delle volte in cui i giocatori avevano rispettivamente mancato all’impegno. Il gioco poteva prevedere anche altre varianti, frutto dell’accordo delle parti, ma, nella sostanza, era quello sopra descritto. In altre zone della Garfagnana si utilizzava la locuzione il mi’ bel verde. Dal lat. viridis ‘verde’, da cui deriva il vocabolo garf. che, rispetto alla nostra lingua nazionale, presenta il passaggio dalla terza alla seconda declinazione.