Dizionario garfagnino

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SCÒTTA

s.f.

Letteralmente è quanto resta del latte dopo che se ne sono ricavati il formaggio e la ricotta (Fanfani, 857). La tradizione popolare la riteneva una bevanda ricostituente e curativa, reputando che berla facesse bene alla salute (ved. supra biscotta). Per esteso indica una minestra o una vivanda in un brodo molto lungo e insipido. Scotta è anche il pastone per il maiale, la broda (ved. supra). Caratteristica la locuzione cura’ a scotta per indicare un modo di assistere le persone, senza medicinali, con mezzi empirici e, soprattutto, poco costosi. Cfr. Pennacchi, Risposta a un poveruomo, 78: “A parte che, per nun sciupà i quattrini, / mi curerebbe a scotta la mi’ sposa / e nun andrebbe a cunsultà il Santini” (medico assai noto in Garfagnana, nella seconda metà del secolo scorso – n.d.a. –per il quale ved. supra alla voce canugioro). Anche Santini, Elezioni amministrative, 29 utilizza questo vocabolo: “anzi, doppo, porepe capitare / d’inzuppa’ la polenta ’n della scotta”). Battaglia, XVIII, 277, nel definire la parola ‘siero del latte’, propone una derivazione dal lat. volg. excocta femm. sost. di excoctus, part. pass. di excoquere da ex (poi .) con valore intens. e coquere‘cuocere’.