Dizionario garfagnino

Torna indietro

SAPE’

trans.

Pres. indic. io so, tu sai, egli sa, noi sappiàm(sapiàm, sappiàn, sapiàn), voi sapéte, essi san; imperf. iosapéo( più raro io sapévo) ecc.; futuro: io saprò; pass. rem. iosapétti(séppi) ecc.; cong. pres. (che) io sappia; condiz. iosapréi. …essi saprébbero(saprènno); part. pass. sapúto. Sapere, avere cognizioni e nozioni acquisite con l’esperienza o lo studio (so quel che hai fatto; Luigi sa l’inglese). Il verbo ricorre in molte espressioni comuni anche alla lingua italiana tra le quali ricordiamo: sape’ vita, morte e miracoli di qualcun (conoscerne bene tutta la vita passata); sape’ dove il Diavolo mette la coda (essere furbo, perspicace); sapelle tutte (conoscere ogni astuzia); sapella lunga (essere esperto e scaltro); sape’‘l fatto suo (essere pratico di un’arte, di una professione). In senso assoluto può significare ‘avere molta scienza e dottrina’ (è un che sa; chi più sa meno parla); ‘conoscere ed essere in grado di sapere esattamente qualcosa’ (sape’ la lezion); ‘informare, notiziare, tener informato’ (fammi sape’). Frequente è l’espressione ‘ si sa ‘ usata parlando di cose, situazioni, fenomeni noti o frequenti. Il verbo si trova poi in alcune formule di dubbio: (che so io?) o alla fine di un discorso, per esplicitare ciò che avviene o si fa di solito (sai cum’é). Caratteristica è l’espressione idiom. garf. sape’ assai per significare d’essere completamente all’oscuro di un fatto, di un avvenimento, o della tecnica di un’arte o professione (m’ha ditto che devo stiaccia’ questo tasto eppo’ quest’altro, ma so assai di computer, io!). In senso intransitivo ‘aver sapore’ (questo vin sa d’aceto). In senso figurato ‘aver l’aspetto’ le caratteristiche (quell’omo mi sa d’imbrojon!); ‘avere, o non avere, alcune qualità distintive specifiche’ (questa minestra ’un sa di nulla!). È usato, a volte, anche come sostantivo: il sape’ mangia’, il sape’divertissi. Si riporta questo verbo (che non presenta grosse differenze con l’italiano ‘sapere’), sia per la sua grande utilizzazione nella parlata della gente di Garfagnana, sia perché ricorre frequentemente negli scritti dei poeti dialettali (Pennacchi, La Luna’un è più le’, 13: “Che polsapè del vin cattivo o bon / se lassù .un nasci agnanco un prunacon?”; Bonini, Eppò dichino che i morti nun tornino, 90: “A casa ci tornai tutta sfinita / senza sapè se fussi morta o in vita”). Va ancora ricordato il caratteristico uso di sape’nel significato di ‘conoscere la strada’ per andare in un certo luogo, esser a conoscenza di dove si trovi una data località. Un esempio di tal accezione si trova nella novella Cecco Pardina, riportata da Venturelli, 253 dove si legge: “Vai nel Logaccio che c’è un miccio’. ‘Ma io .un ci so.; (e’ vero che la narratrice è di Fabbriche di Vallico, ma l’espressione è comune anche in Garfagnana). Dal lat sapere.