Dizionario garfagnino

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RAVIÓLO (RAVIÒLO)

s.m.

Involucro di pasta di forma circolare o quadrata, contenente un ripieno originariamente a base di ricotta, formaggio grattugiato, uova, spinaci e noce moscata: questa è tuttavia l’accezione garfagnina del vocabolo; infatti in molte altre zone d’Italia, soprattutto nella vicina Emilia, con tale termine viene indicato prevalentemente un involucro di pasta, di identico aspetto, ma ripieno di carne o prosciutto (mentre il raviolo garfagnino – come sopra descritto – vien chiamato ‘tortello’. Etimologicamente potrebbe derivare, perla forma tondeggiante, da raveggiolo ‘piccola formella di cacio pecorino o vaccino da mangiar fresco col pane’ (Mestica, 1359). Passerini Tosi, 1230 preferisce farlo discendere dal lat. mediev. rabiola ‘piccola rapa’. Sostanzialmente concorde è Battaglia, XV, 561 che propende per una derivazione da rava‘rapa’. Ad avviso di Palazzi, 952 trattasi di voce dall’etimologia incerta. La derivazione da rabiola incontra anche l’approvazione di Devoto-Oli, 1885. Il Diz. Etimol. Rusconi, 823 compie un’approfondita analisi dell’etimologia di questo vocabolo, sposando, in prima battuta, la tesi di Passerini Tosi. Subito dopo aggiunge che “se ne parla in una lettera dell’arcivescovo Giraldo presso Matteo Parigino con il senso di manicaretto”, precisando che altri pensano però ad un antico ‘grovigliolo’ (da ‘groviglio’, a sua volta dal lat. ervilia, ‘specie di veccia’), da cui ‘raviolo’ con il senso di ‘pasta con ripieno’ ”. La derivazione dalla voce ingl. to ravel o dall’olandese ratele ‘avvolgere’ sembra poco convincente.