Dizionario garfagnino

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PANDEMÒGNO

s.m.

Grande confusione e rumore, grande fracasso, spesso originato da un alterco o un bisticcio tra più persone. Mestica, 1101 lo identifica come “il luogo di adunata – immaginato da Milton ne Il Paradiso perduto – di tutti gli spiriti ribelli in attesa di Lucifero dopo la tentazione di Eva e dove le prime parole di lui e le loro grida di gioia si trasformarono in fragorosi sibili ed essi caddero in terra, mutati in orribili serpenti”. La descrizione di Mestica, meritevole di una citazione per la sua precisione, è ripresa da Devoto-Oli, 1606 che si limitano però a ricordare come il vocabolo derivi dal lat. pandaemonium coniato da Milton, per designare la ‘città dei demoni’. La parola, come si vede, è usata anche in italiano, ma è ben presente, nella variante riportata, anche nel dialetto della Garfagnana (Pennacchi, L’ora legale, 11:“Cul pandemogno che ci avevi intorno / nun sapei s’era notte o edera giorno”).Dal gr. pan ‘tutto’ e daimònion ‘spirito soprannaturale’. (Devoto-Oli loc. ult. cit.)