Dizionario garfagnino

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ÓVO

s.m.

Uovo. Il vocabolo usato in senso assoluto identifica l’uovo di gallina, impiegato anche come alimento. Nel dialetto garf. sono presenti molte locuzioni, tipiche anche della lingua italiana, tra le quali: ovo gallato (fecondato dal gallo); ovo affrittellato (fritto in padella con burro o olio); esse pien cum’un ovo (aver mangiato tanto da sentirsi satollo); ovo benedetto (sono le uova portate in Chiesa il Sabato Santo, prima della Messa e benedette al termine della funzione). Al plur. accanto alla forma ova, si trova anche ovi e ove (Santini, Fattoria moderna, 35: “Ni volete dell’ove? n’ho un valletto”). Singolare e bella prova della solidarietà esistente fra i paesani, era la tradizione del dono delle cento òve, dichiarata tipica della zona del Castiglionese e descritta, con abbondanza di particolari, da Lorenza Rossi, 132. L’autrice, già più volte citata, spiega che, in base ad essa, quando una persona si ammalava, specialmente di esaurimento nervoso, e diventava triste, fuggendo la compagnia degli amici, il paese si mobilitava e i paesani andavano alla ricerca di 100 uova da offrire all’amico in difficoltà. “Il dono –viene precisato – aveva maggiori possibilità di portare effetti benefici se le uova non erano né vendute né comperate e, soprattutto, se venivano regalate il 19 gennaio, giorno di Santa Liberata, deputata alla liberazione di tutte le pene”.Dal lat. ovum‘uovo’.