Dizionario garfagnino

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MESTAÍNA

s.f.

Piccola cappella votiva contenente un’immagine sacra, per lo più della Vergine Maria, di Gesù Cristo o di qualche Santo particolarmente venerato. Le mestaine venivano collocate di norma nei pressi di incroci stradali, bivi, trivi, quadrivi perché era diffusa la credenza che in questi luoghi si potessero generare energie cosmiche tali da costituire una condizione favorevole per il confluirvi di streghe, maghi, fattucchiere, demoni per i loro sabba; ed ecco allora l’importanza della presenza di un’immagine evocante un soggetto più forte del Diavolo o delle forze sataniche (la Madonna che notoriamente schiaccia il serpente, simbolo del Demonio; Gesù e S. Antonio che riuscirono entrambi a resistergli nel deserto; S. Giorgio o S. Michele Arcangelo, capaci tutti e due di trafiggere il drago, altra personificazione del Male) che poteva servire a dissuadere questi individui dal ritrovarsi in quei luoghi. Con lo stesso significato di ‘sacello votivo’ viene a volte usato il vocabolo marginetta (ved. supra). L’etimologia della parola è da ricercarsi in Maestaina ‘piccola Maestà’, nel significato di ‘rappresentazione in forma minimale di un essere divino’.