Dizionario garfagnino

Torna indietro

MARMÍTTA

s.f.

Pentolone. Si sente, a volte, questo vocabolo, importato da altre zone d’Italia, per indicare una grossa pentola d’alluminio o una zuppiera (Valiensi, Il cagio, 113: “Quel latte, allora, drento la marmitta, / da dolco, s’accajava per incanto”). La parola è poi utilizzata anche per richiamare una caratteristica del paesaggio della Garfagnana, dove “è dato osservare un fenomeno geomorfologico unico nella conformazione montuosa del nostro Paese, denominato le Marmitte dei giganti, profondi crepacci cilindrici del diametro a volte di 4/5 metri, posti sul versante sud del monte Sumbra, di cui ci si può render conto percorrendo la strada provinciale che transita a breve distanza dalla località “Tre fiumi”. Si tratta di erosioni risalenti al termine dell’ultima glaciazione di Wurm nel periodo Quaternario, quando l’innalzamento delle temperature portò al progressivo scioglimento dei ghiacciai, dando luogo a numerosi corsi d’acqua a carattere torrentizio. La conformazione rocciosa di questa area apuana è caratterizzata da una stratificazione silicea posta sopra ad una calcarea sottostante. Il tumultuoso scorrere delle acque lungo le ripide pareti della montagna trascinava a valle tutto quello che incontrava tra cui massi silicei. Nei vorticosi mulinelli che si generavano in prossimità del calcare, i massi, spinti al centro dalla forza centripeta, iniziarono una vera e propria opera di “trivellazione” della roccia calcarea sottoposta, provocando la formazione della “marmitta” (Feliciano Cristoforo Ravera: “Garfagnana, la terra dei parchi” 14 sgg). Borgonovo-Torelli, 168 propongono una derivazione, sostanzialmente onomatopeica, dal franc. marmite, incrocio tra marmouser ‘mormorare’ e mite ‘gatta’, poiché il rumore dell’acqua che bolle nella marmitta ricorda il sommesso russare dei gatti.