Dizionario garfagnino

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MARCHIÀNO

agg.

Il vocabolo viene utilizzato con riferimento pressoché esclusivo ad errore, sbaglio, svarione particolarmente rilevante. Ad avviso di don Baldisseri questo vocabolo deriverebbe, per estensione, dall’agg. marchiana (ved. voce precedente). Battaglia, IX, 772, riporta marchiano nel significato (secondario) di ‘enorme, clamoroso, straordinariamente grave’. Secondo l’originale tesi del Tommaseo, riferia dal Battaglia (op. loc. ult. cit.), la parola “si usa figuratamente per ‘eccessivo, smisurato, smodato, fuor dell’ordinario, madornale, ecc.’ prese, queste parole, in cattivo senso, alludendosi probabilmente a quella segnalata dote della marca d’Ancona, che è d’essere a meraviglia fornita d’asini come avverte il Salvini nelle note alle Satire di Salvator Rosa, ovvero all’essere i Marchiani (o Marchigiani) tenuti in concetto di semplici e da dirne e da farne delle grosse”. Mestica, 913 ipotizza una possibile derivazione da marca ‘segno, impronta fatta su una cosa per riconoscerla o evidenziarla’, cosa che potrebbe spiegare l’accostamento ad un errore tanto grave da dover essere segnalato.