Dizionario garfagnino

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CIABÀTTA

s.f.

Gioco che si svolgeva un tempo la sera, al termine del lavoro, tra i ragazzi radunati nella cucina di questo e di quel contadino, per sfogliare o sgranare le pannocchie di granturco. Le regole, compiutamente descritte da Lenzi, erano le seguenti: “I giovani si mettevano in cerchio, seduti, a contatto di gomito e di ginocchia, mentre uno si disponeva al centro sul mucchio delle pannocchie sfogliate o del granturco sgranato. Al via, veniva fatta passare la ciabatta sotto le ginocchia di coloro che si erano disposti in cerchio, mentre chi stava in mezzo doveva cercare di impossessarsene rischiando, di tanto in tanto, anche una ciabattata sul dorso da giocatori svelti ed esperti. Il malcapitato si liberava da quella sorte solo se fosse riuscito ad individuare chi lo aveva colpito. Il gioco, che coinvolgeva anche le donne, era un pretesto per approcci d’amore”. Con riferimento al significato italiano del vocabolo, non certo sconosciuto al dialetto della Garfagnana, di ‘calzatura da casa’. Borgonovo-Torelli, 74 (conf. Devoto-Oli, 479) propongono, in forma dubitativa, una derivazione dal turco cabata, cui corrisponde una voce persiana cabat ‘scarpa in rafia da infilare in casa’. Battaglia, III, 104 conferma l’incertezza circa l’etimologia di questa parola che potrebbe anche provenire dallo spagnolo, dove appare la forma del tardo lat. mediev. zapatones.