Dizionario garfagnino

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ARÀDIO

s.m.

Apparecchio radiofonico, radio. Il vocabolo garfagnino è un assurdo grammaticale, un ‘idiotismo’ perché risulta formato dalla . dell’articolo con cui si nomina correttamente l’apparecchio (che è di genere femm.); che non sia solo un’espressione eufonica, ma proprio un vocabolo diverso rispetto all’italiano ‘radio’, lo possiamo comprendere facendo attenzione al plur. della parola che, in Garfagnana, suona j’aradi e non le radio (in quel negozio vendino j’aradi). Anche i poeti dialettali impiegano il termine aradio (Pennacchi, Poveracci e signori, 110: “… Nun c’era aradi né televisori”; lo stesso Pennacchi usa il vocabolo nel titolo della poesia: L’aradio e ’l maggio, 152). Santini, 15 utilizza, invece, il vocabolo italiano la radio cui dedica una poesia con il medesimo titolo. Dal lat. radius‘raggio’ (Devoto-Oli, 1858).