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DÓLCO
agg.
Morbido, molle, soffice (in questo senso lo troviamo utilizzato anche dal Pascoli); polpo (ved. infra). Non invece con il significato di ‘zuccherato, zuccherino, gradevole al palato’, per il quale si usa dolce. Dunque, nel dialetto della Garfagnana abbiamo due diversi termini per esprimere i concetti di ‘cosa tenera, soffice, mite’ e di ‘cosa che ha sapore gradito, piacevole, zuccherino’: dolco nel primo caso, dolce nel secondo; un divano di gommapiuma, un terreno reso molle dalla pioggia, sarà dolco, un caffè zuccherato sarà dolce. E questo rappresenta una significativa differenza con l’italiano, dove ‘dolce’ presenta entrambi i significati (ancorché il secondo prevalente rispetto al primo) e ove ‘dolco’ non esiste o è comunque raro. Da notare che, a volte, dolco assume un significato ancore più esteso di ‘fluido. liquido’ (ved. la novella Brighela in Fole di Garfagnana, 1.9 dove si legge: “Ma guarda un po’, l’acqua dolca che buca il duro, la roccia dura”. Dal lat. dulcis ‘dolce’ (Campanini-Carboni, 211).